Confessioni

Alfio Pelleriti

La malattia di mio padre

– “Pensa a come ti sentivi ieri e a come stai oggi e capirai che stai meglio!”- dissi un po’ piccato a mio padre e lui di rimando, rispose: “Ma l’essere viene prima del pensare; e Io sto male ora e ciò che penso è che sono ormai alla fine!”

Così mio padre mi ha zittito. Sono stato supponente a sentirmi una spanna più in alto di lui: io saggio e furbo ad impacchettare sillogismi perfetti e mio padre istupidito da una malattia che lo aveva reso debole e lento intellettivamente. Mi sbagliavo.

In Italia, dove non si è proprio in fondo alla classifica mondiale per la qualità dell’assistenza sanitaria, quando si arriva all’ultimo miglio prima della dipartita, ti si concedono i pannoloni, le sacche per raccogliere l’urina; se hai le piaghe da decubito ti passano un materasso gonfiabile e una sedia a rotelle, ma non hai diritto ad un’assistenza psicologica, importantissima in una fase in cui si perde ogni energia fisica, si è  vicini alla morte di cui si ha terrore e la malattia ti corrode il fisico. Certo il tuo corpo viene curato anche con piani terapeutici che prevedono farmaci carissimi, ma la psiche? Perché si nega l’assistenza psicologica a chi ne ha più bisogno? Forse perché la psicologia non è considerata una scienza. Oppure è una scienza di cui si avvalgono solo i ricchi o gli artisti di successo in crisi di creatività?

Sul mio essere cristiano 

Che strana la vita! Quando meno te lo aspetti crolla tutto quello che reputavi essere solido e immarcescibile. Eppure, tutto quello che è costruzione umana può disfarsi da un momento all’altro, anzi, penso che sia proprio questione di tempo, ma prima o poi le certezze si rivelano deboli, senza adeguate fondamenta. Ciò che mi ha dato e mi dà forza è la fede in Dio e misurarmi con la Sua Parola, con il Messaggio evangelico soprattutto, che aiuta molto a capire ciò che succede nella mia vita. Interpreti gli eventi per quello che sono, senza ingigantirli o sottovalutarli, ma li relazioni col tutto e li collochi fuori dal tuo presente, allontanandoti da essi per meglio inserirli all’interno della tua storia, in relazione ai tuoi valori di riferimento.

Ed ecco allora che i tuoi dolori si trasformano in “prove” e, come tutte le prove, acquisiscono una valenza positiva. Tuttavia tale consapevolezza non dovrebbe portare all’azzeramento della ricerca, eliminando qualsiasi dubbio, rimanendo chiusi in un bozzolo, al calduccio di una verità di comodo, convinti di appartenere ai salvati, bisognerebbe chiedersi invece: “ma io che avventatamente mi dichiaro ‘cristiano’ quanto lo sono veramente? Io che dico agli altri che bisogna perdonare il fratello, e per ‘settanta volte sette’, perché desisto dopo il terzo o il quarto tentativo? È cristianesimo il mio?” No, è debolezza; è incoerenza! E visto che blatero di poveri e di agire in loro favore, cosa faccio per loro concretamente? Quanti soldi riesco ad elargire a favore degli ultimi o delle associazioni che se ne occupano? Niente? Neanche uno “0 virgola”? e allora a che titolo mi dichiaro cristiano? E con che faccia mi presento all’altare ad assumere l’Eucarestia che rappresenta il Corpo e il Sangue di Cristo, con tutte queste mie contraddizioni?

Confessioni

Huxley, l’uomo e Dio

Importanti per lo scrittore sono i concetti di illuminazione e di auto trascendimento. Il primo termine ha una positività intrinseca: significa scoprire che il sé per una piena realizzazione deve capire il proprio ruolo nella vita, come parte di un tutto in cui la creazione divina e Dio nella storia sono di fondamentale importanza. Scoprire se stessi per meglio amare Dio. L’altro termine indica dei comportamenti che sono esattamente contrari al primo.

L’auto trascendimento spesso si consuma o verso il basso (droghe, alcool, sesso) o verso l’autosuggestione per aver raggiunto uno stato personale ideale. In questo caso la folla contribuisce fortemente (le adunate, le processioni, i concerti). Dove c’è la folla la persona non esiste più; Dio non è presente. La folla è puro istinto.

15 Settembre 2012

Giotto, Cappella degli Scrovegni