I biancavillesi sono nati seduti

di Alfio Pelleriti

Pippo Coco, I biancavillesi sono nati seduti

La piazza e il campanile sono i simboli del paese, rappresentano il centro vitale della comunità. Anche oggi, pur avendo un’area commerciale attraversata da una strada dritta con larghi marciapiedi e negozi che possono soddisfare ogni desiderio consumistico, quando si deve trascorrere il tempo libero allora si sceglie il Centro. Ma non il centro “tutto”, ma quello che va da via Umberto  fino a Piazza Roma e che interessa un tratto di via Vittorio Emanuele lungo più o meno cento metri.

Questo breve tratto di strada da sempre costituisce il luogo dei circoli o sodalizi: quello dei professionisti, degli operai, il circolo agrario, quello dei cacciatori, lì dove gli iscritti, tutti maschi naturalmente, amano sedersi occupando il marciapiede prospiciente l’ingresso. Si, perché una buona sede per un circolo deve essere a pian terreno, proprio per facilitare la dislocazione delle sedie all’esterno e potere ammirare ed essere ammirati dai passanti o da chi staziona nei bar o passeggia sulla piazza.

Coco non poteva non cogliere questa peculiarità dei nativi che si onorano di discendere da condottieri albanesi, fieri della Matrice che custodisce il quadro della Madonna dell’Elemosina che protegge dalle calamità naturali, orgogliosi del loro campanile. Cosa volere di più? Tutto il resto conta poco e annoia e ogni giorno basta a se stesso. Appagati, si riposano, lieti di presentarsi ogni giorno all’appuntamento con lo spettacolo di cui essi stessi sono protagonisti: seduti, tranquilli, gli occhi al campanile che li rende soddisfatti, felici, riposati, non pensano a nulla che non sia lo scorrere del tempo, e stanno leggeri, sospesi; apprezzano il vuoto interiore e si lasciano vivere senza lasciare traccia.

La tavola presenta una massa informe e compatta, omologata in un medesimo comportamento che sommerge la Chiesa lasciando libero il campanile che tuttavia non presenta simboli religiosi che, del resto, non starebbero bene in un contesto di assoluta inedia. Il campanile, con quella ingombrante massa alla sua base, è diventato un simbolo pagano.

I “seduti” si somigliano, hanno identiche caratteristiche, presentati dall’autore col medesimo colore verde e, man mano che dal primo piano, si passa al piano mediano fino alla profondità prospettica, le figure sembrano unirsi in un unico amalgama, in una massa indistinta in cui i tratti individuali sfumano nel colore dominante di un’unica entità.


Una risposta a "I biancavillesi sono nati seduti"

  1. Nessun sentimento, nessuna empatia, nessun afflato poetico, si intuisce da questo lavoro. La sottile punta di matita sembra solo denigrare i suoi compaesani.
    Seduti al sole, in quello che da sempre viene visto come il salotto buono, se ne stanno indifferenti senza sogni e senza gloria, contenti di vedersi tra loro, il maestro, sembra interessarsi solo ai limiti dei tanti che frequentano il centro.
    Mi piace, tuttavia, e di questo gliene sono grata, di aver usato in tutta l’opera, il colore della speranza, e soprattutto per il magnifico, fiero campanile che se la ride, dall’ alto della sua bellezza, di tanta mediocrità. Sedute sembrano persone soddisfatte di aver raggiunto il “posto al sole” in segno di rivincita e di riscatto e godono in tranquillità la Piazza.

    Santina Costanzo

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