Il calendario 2005 del maestro Coco

di Alfio Pelleriti

Avventurandomi in un campo a me non consueto, quello del critico d’arte, presento mie considerazioni sulle tavole del calendario 2005 create da Pippo Coco per il Comune di Biancavilla che vogliono cogliere caratteristiche tipiche dei suoi compaesani.

Biancavilla, Piazza Roma. All’improvviso, lì dove non accade mai nulla che non sia scontato, ecco il miracolo: dal transetto che decora la seicentesca Chiesa di Maria SS. del Rosario con la splendida facciata del Sada, i due angeli oranti che da più di cento anni stanno lì inginocchiati in segno di venerazione alla Madonna, si staccano dalla loro posizione e si animano. Si moltiplicano e scendono planando, luminosi e festanti, tra i “passeggiatori” intenti a parlare dei loro piccoli problemi, nella sottostante Piazza Roma.

Si muovono, divisi in piccoli gruppi i Biancavillesi e ognuno prende la parola esprimendo la propria opinione e crede di essere protagonista e padrone della sua vita. Individui grigi in un contesto grigio; solo alcuni scorgono le presenze angeliche, gli altri, i più, continuano a parlare del nulla, incuranti.

La tavola presenta due colori fondamentali, con le loro sfumature: giallo oro e grigio con tonalità tendente all’azzurro. Il contrasto dei due colori testimonia la distanza abissale tra la spiritualità e gli alti valori del Cristianesimo (il giallo della chiesa e degli angeli) e tutto il resto: la piazza, le abitazioni adiacenti la chiesa, la via principale con le case presentate con semplici schizzi, la folla degli individui indifferente anche ai miracoli, attratta solo dalla ripetizione ossessiva e maniacale del rito del mostrarsi, dell’esserci con il peso vacuo della loro fisicità, un’umanità priva di anima, senza colore, sagome della stessa sostanza delle cose (solo pochi tratti essenziali sono riservati ai soggetti occupanti la piazza, come fossero robot non persone.

“A Biancavilla”, sembra dirci Coco, “la realtà è invertita: gli oggetti, immobili e insensibili possiedono un’energia profonda; veicolano idee nobili e universali. Gli enti che si muovono come soggetti pensanti, come attori in grado di trasformare il reale, gli uomini, hanno subito un processo di reificazione e sono uguali a se stessi, immobili, senz’anima, senza gioia, nullificati!”


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