LA VENDETTA O IL PERDONO

Alfio Pelleriti

Quale risultato vantare innanzi a Dio o anche solo agli uomini quando nei rapporti con gli altri abbiamo risposto unicamente al nostro orgoglio, chiudendo mente e cuore a valori citati e sbandierati e poi traditi quando la vita ha chiamato a dare risposte scomode ma coerenti con quegli imperativi etici? Quali comportamenti porteremo ad esempio ai nostri figli e nipoti quando dovremo convincerli che la vendetta era un istituto giuridico voluto da comunità di uomini in cui vigeva la legge del più forte e l’istinto bestiale condizionava ogni tipo di scelta? Affermeremo certo che rancore e vendetta sono sentimenti da eliminare da un consesso civile e democratico e che gli uomini in un lontano passato erano barbari, dediti alla violenza cieca, selvaggi senza alcuna remora morale e pensavano che cercare la vendetta nei confronti di chi commetteva reati e gravi ingiustizie fosse giusto e saggio.

Poi Gesù e i martiri cristiani, i sapienti orientali, i grandi filosofi dell’età moderna e contemporanea, posero in grande evidenza la forza del perdono, il coraggio della non violenza, la lungimiranza della coesistenza pacifica tra nazioni, la saggezza nel perseguire politiche dell’accoglienza e dell’integrazione culturale, e l’etica assunse una connotazione umanistica e ogni confessione religiosa depose i labari e le spade e Dio fu definito “Unico Dio dell’umanità” e la guerra, il terrorismo, la vendetta furono considerati figli dell’ottuso integralismo e furono condannati ed espulsi da ogni riferimento giuridico.

Tuttavia tale visione del mondo non è stata introiettata da tantissimi individui, da molti Stati, da molti politici, da tanti mestieranti del giornalismo e del mondo accademico e ancora il male trionfa nelle carceri, nelle squallide periferie delle città, dove sopravvive un’umanità senza speranza; il male trionfa ancora nella corruzione dei funzionari dello Stato, nelle comunità governate da immorali dittatori; nelle organizzazioni mafiose che lucrano coi soprusi, l’usura, lo spaccio della droga, il traffico dei rifiuti altamente inquinanti. E costoro si avvalgono dell’assassinio, della tortura, dei ricatti per raggiungere i loro scopi, pedine del “principe del male”.

E poi mi chiedo quanto hanno influito gli illuministi, i poeti romantici, i filosofi e i teologi dentro il cuore di ciascun individuo? Quanti sono stati inteneriti dal sacrificio dei tanti testimoni di giustizia, dai grandi profeti della non violenza caduti per mano omicida? Cosa alberga nel cuore di chi nutre esclusivamente il suo splendido gigantesco luminescente EGO? Che traccia ha lasciato nel suo annichilito spirito, rattrappito e muto, una cantica dantesca, la lettura dei poeti greci e latini, un’ode di Leopardi o di Foscolo; un romanzo russo o americano; un allegretto di Mozart o un notturno di Chopin; le poesie superbe cantate da Fabrizio De Andrè? Nulla Zero Niet Nihil!!! Il Nulla! il Vuoto! Come la pancia vuota della fiera che si aggira nella savana in cerca d’una preda o della iena impietosa che strappa le carni allo gnu che si è ferito e si concede al sacrificio muto, con l’ultima immagine dei fratelli e della madre che corrono nel verde della prateria.


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