Riflessioni sulle elezioni amministrative a Biancavilla

Alfio Pelleriti

Sono sorpreso che tante giovanissime donne e tanti baldi giovani abbiano superato quel senso del pudore che attanagliava noi giovani degli anni Settanta che, incerti e timorosi davanti alla possibilità di un concreto impegno politico, facevamo tre passi indietro innanzi a chi, avvocato, professore, architetto o semplice operaio o contadino con tanti anni d’esperienza amministrativa si faceva avanti. Sceglievamo magari di “limitarci” a fare qualche anno d’apprendistato in seno ai partiti, nel volontariato, spendendo parte del nostro tempo a studiare le problematiche di politica nazionale e internazionale, preoccupandoci di capire gli elementi fondamentali di economia politica.

Il Municipio

Si diceva che dovevamo costruirci una “visione del mondo” attraverso lo studio delle vicende storiche del recente passato e di quelle contemporanee, ma anche leggendo saggi, abbeverandoci alla narrativa, passando ogni mattina dall’edicola per comprare “Il Corriere”, “La Repubblica”; ci si abbonava all’Europeo o all’Espresso o a “Epoca” e si passava dalla cartolibreria del signor Greco per acquistare gli Oscar Mondadori o i Pocket Longanesi. E le serate si trascorrevano andando al cinema, quasi ogni sera, e ci si abbonava ai Cineforum del cinema “Corsaro” o all’”Alfieri”. Prima di scendere nell’agone politico, quei giovani avevano conosciuto le opere più importanti del Neorealismo, i film di Pasolini, di Kurosawa, di Bergman, di Bertolucci; si riunivano per ascoltare e cantare le canzoni di De Andrè, di Tenco, di Guccini, di De Gregori, di Claudio Lolli, degli Inti-Illimani.

Sì, forse si era un po’ precisini e troppo sognatori e con poca “autostima”, ma si pensava che per dare un contributo al miglioramento del contesto sociale bisognasse avere innanzitutto una motivazione che poggiasse su un solido supporto ideale ed etico, poiché avevamo un rispetto profondo della comunità e delle istituzioni su cui essa si reggeva. Si pensava fosse importante una dettagliata conoscenza delle problematiche tipiche di quella contingenza storica, e delle soluzioni possibili per lo sviluppo socio-economico della comunità, ma tutti si era d’accordo che prioritaria fosse la cura delle menti e delle coscienze per trovare finalmente la via giusta da percorrere, poiché si credeva che una buona, efficiente, apprezzabile amministrazione dovesse svolgere obbligatoriamente un’azione pedagogica, testimoniando, con tutti i suoi componenti, di credere fermamente nella massima kantiana del “dovere per il dovere”, non invocandolo certo per la visibilità personale, per la carriera personale o per la vanagloria.

Una buona amministrazione, ieri come oggi, si misura infatti dal comportamento dei cittadini, perché gli sbagli, gli atti di inciviltà, i reati ai vari codici, sono da addebitare non solo a chi li commette ma anche a chi deve predisporre il controllo, l’intervento sanzionatorio, l’azione educativa e preventiva insieme a tutte le agenzie educative.

Avrei una sola proposta da esternare per il sindaco che governerà Biancavilla per i prossimi cinque anni. Il primo cittadino forte dell’autorità che gli concede la legge e obbligato moralmente dal consenso che i suoi concittadini gli avranno elargito, si impegnerà prima di ogni altra azione a fare rispettare a tutti i suoi dipendenti i compiti previsti dal loro ruolo. Egli vigilerà che tutti assolvano il compito per cui sono retribuiti e quindi che tutti i cittadini rispettino le regole, tutte le regole.

Tale richiesta non ha una collocazione particolare negli schieramenti politici contrapposti; non è né di Destra né di Sinistra; appartiene a chi spiccato ha il senso etico dello Stato poiché crede fermamente che l’esercizio della libertà di ciascuno necessita del rispetto della libertà altrui e che non vi possono essere deroghe alle regole civiche, le quali in ogni caso e sempre, chi amministra la cosa pubblica deve fare rispettare.

Nessuno dunque affermi di non aver visto, di non aver sentito e si assuma l’onere del buon governo stigmatizzando ogni incivile comportamento. Soltanto dopo si declinino i progetti e i programmi relativi alle varie aree di intervento, altrimenti tutto sarà come prima, peggio di prima.

 


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