La partecipazione al voto è un dovere morale e civico

Il 25 settembre non si può rimanere a guardare: non è un vanto astenersi dal voto

Alfio Pelleriti

Il 25 settembre è vicino e si stringono a coorte gli attivisti dei partiti, soprattutto quelli abituati da sempre ad esercitare il potere, ritenendosi i migliori candidati possibili. Niente spazio ai giovani, costretti ad un estenuante cursus honorum, impegnati a studiare tecniche d’attacco, strategie raffinate e senza alcun appesantimento morale o peggio religioso, degne se non superiori a quelle presentate nel famoso “Della guerra” di Carl von Clausewitz.

Ex democristiani, ex socialisti, ex comunisti ed ex missini sono ancora ai nastri di partenza per occupare lo stesso scranno o uno più in alto. E allora vediamo velocemente chi sono i protagonisti di questa prossima tornata elettorale. I sondaggi danno in ascesa Fratelli d’Italia, addirittura come primo partito. Chi l’avrebbe detto che i nipotini di Almirante e del principe Junio Valerio Borghese, di quel MSI non facente parte dell’arco costituzionale, sarebbero diventati il primo partito nazionale e verosimilmente la leader, Giorgia Meloni, premier del nuovo governo nazionale?

È fiera la Meloni della fiamma tricolore, simbolo di quel MSI dove trovarono casa e protezione fascisti e neofascisti, massoni e rappresentanti dei servizi segreti deviati, nostalgici e repubblichini di Salò. Questo è il momento della Destra “democratica e di governo”, ma non bisogna esagerare chiedendo di rinnegare le radici sulle quali si è sviluppato “Fratelli d’Italia”, che sono appunto racchiuse in quel simbolo che significa il nazionalismo come valore fondante e irrinunciabile, gridato in tutti i convegni e i consessi internazionali delle destre sovraniste e populiste, nonostante l’Europa sia ormai una garanzia di libertà, di difesa dei diritti inalienabili dell’uomo; nonostante i vari nazionalismi affermatisi in varie aree del mondo abbiano mostrato il volto della repressione, dell’intolleranza, del pericolo costante per la pace e per le libertà fondamentali.

Tuttavia, se colpisce tale coerenza nel mantenersi alla Destra estrema nonostante tutto, in altre lande politiche l’incoerenza regna sovrana: Calenda firma un accordo con il Partito Democratico per tradirlo il giorno dopo preferendogli Matteo Renzi, ex segretario del PD e oggi suo strenuo avversario, del quale solo qualche mese fa diceva peste e corna, mancando solo di sfidarlo a duello. Giuseppe Conte, neosegretario del M5S, ex alleato di governo della Lega di Salvini, ex alleato del PD, ex componente del governo che sosteneva il premier Draghi, per poi togliergli la fiducia e fare cadere il governo in piena crisi energetica, a pochi mesi dalla definizione dei piani del PNRR, con il rischio concreto di una recessione economica. E ancora ex dirigenti ed ex deputati e senatori del PD che per non fare un passo indietro, travolti dalla necessità di servire il popolo, si trasferiscono armi e bagagli in altre magioni politiche, a Destra o al Centro poco importa, l’importante è esserci.

Matteo Salvini intanto sente il dovere morale di proporre ancora una volta la rottamazione delle cartelle esattoriali, cioè l’ennesimo condono per chi non ha pagato le tasse; tuona ancora contro la Fornero (professoressa di grande competenza e di elevato spessore morale) e contro gli immigranti, propone meno tasse in piena recessione economica e si schiera a favore di Putin sostenendo l’eliminazione delle sanzioni economiche europee alla Russia per la tragica e vergognosa invasione dell’Ucraina. E ancora Silvio Berlusconi che ultraottantenne continua senza pudore a raccontare barzellette per raccattare qualche voto e restare ai vertici della politica nostrana in difesa, come sempre, del suo interesse privato.

E come resistere senza stare male nel sentire l’ex magistrato Antonio Ingroia tuonare contro il Patto Atlantico e la Ue insieme al comunista antiamericano Rizzo, insieme alla ex leghista e No Vax Francesca Donato, tutti uniti contro l’OMS, contro il governo Draghi, contro l’Unione europea? Stesse tesi sostenute dall’ex M5S Gianluigi Paragone, fondatore di “Italexit”, che vorrebbe il ritorno alla lira oltre che l’uscita dall’Unione europea e una commissione di indagine che sveli, sostiene questo novello Robespierre, le responsabilità penali di chi ha guidato il sistema sanitario nazionale nella gestione pandemica.

Io che conto poco dal punto di vista politico nella mia comunità biancavillese, come semplice cittadino, voglio sperare che gli indecisi e i delusi della politica, si convincano che il voto è un dovere e un diritto per ciascun cittadino e che bisogna rendere onore alla Costituzione cercando di seguirne le indicazioni. Il momento del voto è un appuntamento ineludibile, importantissimo, con il quale ciascuno partecipa alla vita democratica della comunità d’appartenenza facendo pesare la propria volontà, la propria visione del mondo. Esercitiamo dunque il nostro diritto di voto ed esercitiamolo in maniera libera e secondo le nostre convinzioni, senza seguire i suggerimenti/ricatti di coloro che ti avvicinano per indicare questo o quel candidato. Respingiamo questi “inviti”, e le promesse false e ingiuste di un posto di lavoro per te, per tuo figlio, per tuo nipote in cambio del tuo voto e di quello dei tuoi familiari. Non pieghiamoci ai ricatti e votiamo secondo quanto ci detta la nostra coscienza morale, liberamente, così come ci permette la nostra bella Carta costituzionale.

Non lasciamoci prendere al laccio dai soliti Soloni nostrani sui quali così mi esprimevo qualche anno fa in un piccolo ironico componimento in ottonari:

IL SOLONE D’ALBAVILLA

di Alfio Pelleriti

Illustrazione di Pippo Coco

Cosa dicono i sondaggi

sull’impegno giovanile?

Disillusi e poco saggi,

guardan solo il lor cortile.

Ma la Terra è un gran villaggio

che ha già tanti, molti guai!

Non si può mirare all’agio

e partecipar giammai!

Grazie a Dio c’è una speranza.

Molti miei concittadini

non si grattano la panza:

d’ideal son paladini.

Indefessi servitori

della casa comunale,

sono pronti, eccoli fuori

nell’agone elettorale!

Volti alteri, gesti lenti,

cavalieri d’altri tempi,

lor non parlano veementi,

sol bisbigliano prudenti.

Sono i Borgia i lor modelli:

senza aver cuore contrito,

son dei veri “Machiavelli”,

spesso cambiano partito.

Son dei “draghi salterelli”;

tesson trame, fanno blitz;

sono maghi nei tranelli:

son dei veri Clausewitz

Son strateghi sopraffini.

La lor lingua è criptata:

il lor sì vuol dire nì

dire “amici” è una “boiata”.

Il nostrano Cicerone

come falco sta per ore,

aspettando il semplicione,

quel meschin dell’elettore.

Come amante il concupisce,

lo riempie di promesse.

E il tapino non capisce

perché mai tanto interesse.

La sua mente già vacilla:

è confuso il poverino,

per l’abbraccio del “padrino”.

Un pensiero lo titilla:

il Solone d’Albavilla.


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