“I Have a Dream” (“Io ho un sogno”)

Mentre scrivo il testo di questo ultimo appuntamento con Martin Luther King mi chiedo se oggi riusciamo a cogliere la profondità di queste parole, la loro carica spirituale, la loro poetica sublimità. Quando si vola così alto spesso chi rimane a terra non può accorgersi di chi si muove nelle vette; chi è abituato ad avere come unico scopo dell’esistenza il proprio Ego non può capire, tanti sbadigliano e non vanno oltre le prime righe; i cinici  si limitano a sorridere alzando solo il labbro tagliente, sarcastico; gli indifferenti, infine, non capiscono e continuano a muoversi schiacciati sul loro presente anonimo, prosaico, inutile.
La verità è semplice e brilla di luce propria ma è necessario un minimo di coraggio e una grande sensibilità per poterne raccogliere tutta la ricchezza spirituale.
(A. P.)

Marcia di Washington

“Io ho un sogno”

“…Oggi, amici, vi dico che se anche affrontiamo le difficoltà di oggi e di domani, io continuo ad avere un sogno. E’ un sogno che ha radici profonde nel sogno americano.

Ho un sogno che un giorno questa nazione si leverà e vivrà secondo il vero significato del suo credo: ‘Noi riteniamo queste verità evidenti di per sé; che tutti gli uomini sono creati uguali’.

Ho un sogno che un giorno, sulle rosse colline della Georgia, i figli degli ex schiavi e i figli degli ex padroni di schiavi potranno sedersi assieme al tavolo della fraternità.

Ho un sogno che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato che soffoca nel caldo dell’ingiustizia, che soffoca nel caldo dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e di giustizia.

Ho un sogno che i miei quattro bambini vivranno un giorno in una nazione in cui non saranno giudicati dal colore della loro pelle, ma dalla sostanza del loro carattere.

Ho un sogno oggi.

Ho un sogno che un giorno, giù in Alabama, con i suoi feroci razzisti e quel governatore le cui labbra grondano parole di interposizione e di annullamento delle leggi federali, un giorno, proprio lì in Alabama, i bambini e le bambine neri possano prendere per mano i bambini e le bambine bianchi e camminare insieme come fratelli e sorelle.

Ho un sogno oggi.

Ho un sogno che un giorno ‘ogni valle sarà innalzata, ogni collina e ogni montagna sarà appianata, i luoghi scoscesi diventeranno piani e i luoghi tortuosi diventeranno dritti, e la gloria del Signore sarà rivelata, e tutta l’umanità assieme potrà vederla’.

Questa è la nostra speranza. Questa è la fede con cui ritorno al Sud. Con questa fede saremo in grado di staccare dalla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridule dissonanze della nostra nazione in una splendida sinfonia di fraternità. Con questa fede saremo in grado di lavorare assieme, di pregare assieme, di lottare assieme, di levarci assieme per la libertà, sapendo che saremo liberi un giorno.

E questo sarà il giorno. Questo sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio potranno cantare con un significato nuovo: ‘Patria mia, è di te, dolce terra di libertà, è di te che canto. Terra dove sono morti i miei padri, terra dell’orgoglio dei pellegrini, da ogni montagna lascia risuonare la libertà!’.

E perché l’America sia una grande nazione, questo si deve avverare. E dunque che la libertà risuoni dalle prodigiose sommità del New Hampshire. Che la libertà risuoni dai possenti monti di New York. Che la libertà riecheggi dagli alti Allegheny della Pennsylvania!

Che la libertà risuoni dalle innevate Montagne Rocciose del Colorado!

Che la libertà risuoni dai curvi pendii della California!

Ma non basta questo; che la libertà risuoni dalla Stone Mountain della Georgia! Che la libertà risuoni dalla Lookout Mountain del Tennessee.

Che la libertà risuoni da ogni collina e da ogni minimo rilievo del Mississippi. Da ogni montagna, che risuoni la libertà.

E quando ciò avvenga, quando consentiremo alla libertà di risuonare, quando la faremo risuonare da ogni paese e da ogni villaggio, da ogni stato e da ogni città, saremo in grado di anticipare il giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, protestanti e cattolici, potranno prendersi per mano e cantare le parole dell’antico spiritual negro: ‘Liberi infine! Liberi infine! Grazie a Dio onnipotente, siamo infine liberi!’.”


Una risposta a "“I Have a Dream” (“Io ho un sogno”)"

  1. Se guardo al passato ci sono stati molti uomini con un grande sogno ma nonostante i loro sforzi non si è mai avverato.Purtroppo gli esseri umani hanno sempre dimostrato di rifare gli stessi errori e di essere molto stupidi. Anche adesso che si dovrebbe avere impegno per cose importanti gli esseri umani si dedicano a cose futili. 😡

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