Lo “stile Mattarella”

di Alfio Pelleriti

Abbiamo una grande risorsa noi Italiani, il Presidente Sergio Mattarella. Egli, nonostante non faccia nulla per occupare il centro della scena, riscuote tanto consenso popolare fino a diventare un grande trascinatore. Ovunque si presenti suscita entusiasmo, tutti vorrebbero un posto in prima fila per guardarlo, sentirlo, toccarlo. Quando parla e presenta i suoi pensieri su tutti gli aspetti positivi o negativi che riguardano la nazione o commenta eventi sportivi o culturali, fatti di cronaca, drammatici avvenimenti nazionali o internazionali, tutti lo seguono con interesse, con gli occhi lucidi di commozione, trattengono in gola un grido di approvazione o di semplice gioia e si libererebbero certo in un applauso sentito, forte con cui ognuno esprimerebbe vicinanza, condivisione, affetto.

Che cos’ha il Presidente di speciale? Perché è tanto amato dagli Italiani? Perché i bambini e i ragazzi lo apprezzano e lo ascoltano con interesse? In cosa consiste “lo stile Mattarella”?

La risposta sta nel fatto, semplice ma fondamentale, che nell’etica come nella comunicazione è fondamentale un elemento: la sincerità; la coerenza tra quanto si afferma e i comportamenti precedenti e susseguenti. Il Presidente quando comunica crede fermamente in quel che dice; è trasparente, non ci sono altri scopi “nascosti”, né filtri. Quel che comunica corrisponde a ciò che ha nella mente e nel cuore; parla con sincerità ed è leale e coerente così come agisce un buon padre con i figli a cui tiene più della sua stessa vita, ai quali si rivolge con forza e con severità a volte, ma per preservarli dai pericoli, per educarli ed istruirli perché possano muoversi al meglio nell’agone della vita.

Ecco, l’attuale Presidente della Repubblica è percepito come un padre amabile che sa assumersi la grande responsabilità di rappresentare la nazione tenendo lo sguardo dritto ai grandi ed alti ideali della Costituzione. In questo suo compito istituzionale può ritenersi tra i migliori presidenti della storia repubblicana. È pacato e misurato nell’espressione senza mancare di saggia e intelligente analisi dei problemi; assolve il mandato istituzionale con la dovuta neutralità rispetto ai vari soggetti politici ma interviene quando è necessario per richiamare anche severamente chi, occupando un ruolo pubblico, trasgredisce al suo mandato con parole o azioni; esorta nei momenti più difficili questa o quella categoria sociale in difficoltà, questa o quella comunità locale colpita da eventi tragici; indica con passione ai giovani le mete da raggiungere e per le quali vale la pena impegnarsi con dedizione e costanza nello studio, nella ricerca, nel lavoro.

foto corrierenazionale.net

Il Presidente della Repubblica rappresenta la comunità nazionale nella rievocazione e celebrazione di momenti drammatici del nostro passato storico, convinto fermamente che il presente e il futuro della Nazione si giocano bene se la memoria è sempre attiva nel ricordare ciò che è stato, per non ripetere errori e per avere esempi positivi cui guardare per poter essere fiduciosi nelle nostre forze e nelle nostre capacità.

Lottare contro il male che è sempre pronto a soffocare la speranza degli uomini e delle donne che quotidianamente lavorano e si impegnano per difendere i diritti di cui oggi godiamo è la missione del nostro Presidente.

Agire nel rispetto della legalità, sempre, ad ogni livello, a prescindere dal compito svolto da ogni cittadino nella comunità d’appartenenza, in ogni fascia d’età, è il monito che ci ricorda in ogni occasione.

A coloro che dedicano parte del loro tempo alla nobile arte della politica, Egli ricorda che tale attività deve essere svolta con serietà, con onestà, con lealtà alle istituzioni, con la giusta passione e con altruismo.

Inoltre ammonisce, nella sua funzione di Presidente del Consiglio Nazionale della Magistratura, di essere inflessibili nel perseguire tutti i reati e soprattutto nel contrastare le mafie. E su tale punto può parlare a voce alta e stentorea, poichè fratello di Piersanti Mattarella, presidente della regione siciliana, ucciso da “Cosa Nostra” il 6 gennaio 1980, segnato dunque negli affetti più cari dalla barbarie mafiosa che si scatenò in Sicilia in quel periodo.

Grazie signor Presidente per averci guidato in questa drammatica vicenda dell’epidemia da Covid-19 contribuendo non poco a dare a tutti noi speranza e fiducia nel futuro.


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