Francesco Filippi, “Mussolini ha fatto anche cose buone”. Le idiozie che continuano a girare sul fascismo.

di Alfio Pelleriti

Con il fascismo gli italiani non hanno mai veramente voluto fare i conti. Passato il momento elettrizzante e impegnativo del dopoguerra e della ricostruzione, tutti volevano chiudere con le violenze, con le morti e le distruzioni. Si aveva voglia di chiuderlo definitivamente quel triste e drammatico capitolo e si preferì non riaprire la piaga, si preferì dimenticare. L’amnistia voluta nel 1946 dal Ministro di Grazia e Giustizia Palmiro Togliatti per porre fine alla resa dei conti con gerarchi, capi e capetti del passato regime fu da molti considerata una ingiusta assoluzione e pian piano cominciò un sotterraneo gioco di revisionismo storico bugiardo, che avrebbe condizionato la vita politica e sociale della repubblica italiana.

Il neofascismo cominciò ad organizzarsi aiutato da settori dei servizi segreti deviati e da ufficiali infedeli che si mossero in combutta con logge massoniche per organizzare colpi di stato militari (Piano Solo – 1964 e Golpe Borghese – 1970) e una strategia terroristica che avrebbe provocato molte vittime innocenti: bomba alla Banca dell’agricoltura a Milano; bomba a Piazza della Loggia a Brescia durante un comizio della CGIL; bomba sul treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro; bomba alla stazione di Bologna ed altri attentati in cui si è accertata la connivenza tra mafia, servizi segreti deviati, massoneria e organizzazioni neofasciste.  

Dalla nascita del primo Parlamento repubblicano ex fascisti, nuovi fascisti, una maggioranza silenziosa che votava al centro ma col cuore ancora al passato regime, cominciarono a presentare il ventennio fascista come una dittatura sì, ma una dittatura “buona” e il suo capo, Benito Mussolini, un dittatore sì, ma un dittatore buono, che magari “ingenuamente” si fidò di Hitler, quello sì un vero despota. Un regime, certo, ma nemmeno paragonabile al nazismo o al comunismo, e poi a seguire, altre affermazioni basate sul “sentito dire” che nulla hanno di storicamente valido, smontate facilmente da Francesco Filippi, come accade a tutte le bufale che non reggono alle analisi storiografiche serie.

Ancora oggi sono in tanti a credere che fu Mussolini a dare le pensioni agli italiani; che fu lui a bonificare le paludi; che fu il duce a dare una casa a tutti gli italiani; che fu integerrimo difensore della legalità; che ha fatto progredire l’economia italiana; che, addirittura, valorizzò il ruolo della donna; che fu lui, Mussolini, a fare cose buone per l’Italia. Su queste affermazioni Filippi argomenta presentando fatti incontrovertibili che ne rivelano la natura falsa e bugiarda, mostrando la verità storica su un fascismo totalitario, aggettivo questo usato per la prima volta da Mussolini per la sua “creazione politica” andandone orgoglioso fin dagli albori, fin da quando cioè tradì se stesso, il Mussolini socialista, pacifista, anticapitalista.

Mussolini si avvalse, fin da quando accettò il denaro degli agrari e degli industriali del Nord, della violenza squadristica di ex arditi della guerra del 1915/18 che si era appena conclusa, di violenti e di gentaglia della peggiore specie. Costoro usarono cinicamente l’assassinio, gli incendi delle sedi di giornali, dei sindacati, dei partiti politici di sinistra, ritenuti nemici da eliminare, per spianare la strada al dittatore. Fu Mussolini, del resto, ad assumersi tutta la responsabilità “politica e morale” del sequestro e dell’assassinio dell’onorevole Giacomo Matteotti, segretario del Partito socialista unitario, nel 1924. E fu lui, il “dittatore buono”, a varare alla fine del 1925 le leggi “fascistissime” con le quali si eliminavano tutte le libertà e si dichiaravano illegittimi i partiti politici e non criticabile il fascismo sul quale vegliava il “Tribunale speciale” e si istituiva la Milizia, una polizia politica che aveva lo scopo di individuare e reprimere gli oppositori del fascismo.

E poi seguiranno le guerre imperialistiche e le violenze sulle popolazioni civili degli stati assoggettati; gli arricchimenti illeciti dei gerarchi (di Italo Balbo e di Rodolfo Graziani); la decisione di legare i destini dell’Italia alla Germania di Hitler con l’Asse Roma – Berlino prima e con il “Patto d’acciaio” dopo; la decisione di intervenire a favore del generale fascista Francisco Franco nella guerra civile spagnola. E ancora le nefaste e vergognose leggi razziali del 1938, e infine la drammatica decisione della entrata in guerra a fianco del dittatore nazista e la dichiarazione di guerra contro Francia ed Inghilterra, e quindi la fallimentare conduzione delle campagne militari che costeranno centinaia di migliaia di morti e feriti (320.000 militari caduti sui vari fronti e 153.000 civili).

Un saggio, dunque, che fa giustizia delle falsificazioni storiche che si costruiscono oggi in certi ambienti di estrema destra e che poi si fanno circolare su Internet, magari camuffando tutto all’insegna di ricerche di verità contro quella che viene definita “stampa di regime”.

Molti seminatori d’odio per fare proselitismo usano delle vere e proprie cortine fumogene, invenzioni ridicole sostenute per dimostrare delle teorie del complotto.  Costoro sostengono, ad esempio, che i cosiddetti “poteri forti” tengono nascoste tante verità con la complicità di giornali, televisioni e siti internet di tutto il mondo, ma a loro risulta che l’uomo non è mai sbarcato sulla Luna e che gli americani hanno beffato il mondo con un falso allunaggio; che la Terra non è sferica ma piatta; che la Terra è sferica ma cava e all’interno è abitata; che il cancro può essere curato con iniezioni a base di bicarbonato, ma nessuno lo dice perché vi sono interessi delle case farmaceutiche che vogliono mantenere alto il livello di malati per arricchirsi; che le pandemie sono provocate da scie chimiche lasciate da aerei a reazione che ammorbano l’aria; che il coronavirus è un’invenzione dei banchieri europei in combutta con Bio Pharma e con Bill Gates; oppure, come sostengono i capi del conservatorismo cattolico più radicale e reazionario, è un “castigo divino” come risposta alle affermazioni “anticristiane e pagane” di Papa Francesco sull’aborto, sui divorziati, sugli omosessuali o in difesa della natura. Il cardinale e arcivescovo statunitense R. Burke, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò insieme ai sovranisti internazionali e anche nostrani vedono in Papa Bergoglio un “anticristo”. Questi odiatori seriali degli intellettuali, della democrazia, degli immigrati, dei difensori della Costituzione nata dalla Resistenza alla tirannide nazifascista affermano che se si tornasse alla lira l’Italia risolverebbe subito i suoi problemi; che il governo americano sapeva dell’attentato alle torri gemelle del 2001, che doveva realizzarsi in quella data e che volutamente venne tenuta nascosta l’informazione per avere una buona scusa per scatenare una guerra contro l’Iraq e tante altre amenità, ridicole e tragicamente vere e seguitissime su Internet.

Francesco Filippi vuole ridare dignità alla storiografia, in un momento storico in cui spesso non basta che professionisti, scienziati, economisti, intellettuali presentino in convegni, su pubblicazioni specialistiche, nei servizi televisivi, le loro verità. Oggi gli ignoranti vanno orgogliosi della loro povertà culturale e non hanno alcun rispetto della scienza, anzi la irridono. Astuti pennivendoli e giornalisti televisivi che non discutono ma irridono e aggrediscono con livore, senza remore morali e con comportamenti irrituali e volutamente buffoneschi, presentano interpretazioni della realtà devianti in una nutrita fascia popolare trasformandola in massa di odiatori, pronti ancora a fare falò con i libri degli scrittori e degli scienziati.


Una risposta a "Francesco Filippi, “Mussolini ha fatto anche cose buone”. Le idiozie che continuano a girare sul fascismo."

  1. Grazie. Sollevi una questione capitale. Sono convinta che la Storia come lavoro della memoria è, nel bene e nel male, l’orizzonte che costruisce i significati, le idee, le azioni di ognuno. I manipolatori lo sanno bene e usano ogni mezzo per strumentalizzare la nostra ignoranza e pigrizia. Leggerò il libro di Filippi, che non conoscevo. Sembra una questione lontana, ma è attualissima. Buona continuazione.

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