L’era dell’incompetenza e i rischi per la democrazia.
di Alfio Pelleriti

Il passaggio che compendia tutto il libro è a pagina 252: “il rapporto tra esperti e cittadini, al pari di quasi tutte le relazioni in una democrazia, si basa sulla fiducia. Quando questa crolla, esperti e profani entrano in guerra. E quando questo accade, la democrazia può avvitarsi in una spirale della morte che presenta un pericolo immediato: degenerare nel governo delle masse o in una tecnocrazia elitaria, due esiti autoritari che oggi come oggi minacciano gli Stati Uniti. E’ per questo che il crollo del rapporto tra esperti e cittadini è una disfunzione della democrazia.”
Tutto il libro è da leggere con attenzione e da meditare poiché l’oggetto è la nostra stessa vita e quella dei nostri figli e delle prossime generazioni che rischiano di perdere il bene più prezioso per un uomo, la libertà.
In realtà l’analisi di Nichols riguarda gli USA ma si potrebbe riferire benissimo alla nostra Europa che ormai da qualche decennio ha scelto come modello di sviluppo quella società liberista. Oggi sempre più gente è convinta che si possa non prestare attenzione ai professionisti, agli intellettuali, indicati sprezzantemente “burocrati” o “professoroni”, salutati con sarcasmo becero: “Ciaone!”, “Bacioni!” – e chi è incompetente sopperisce all’ignoranza con l’arroganza e l’aggressività. Si afferma nel libro di Nichols che ormai Internet sostituisce gli esperti; tutti trovano le risposte ai loro dubbi o, soprattutto, alle loro certezze, lì nel mare magno dei social, nei tutorial di imbonitori capaci di vendere l’elisir di giovinezza o la pietra filosofale, poiché in tanti ormai sono disposti a bere qualsiasi tipo di revisionismo storico o scientifico. Nei casi meno gravi si ricorre a Wikipedia, ma pochi andranno in biblioteca, negli archivi storici o visiteranno siti specialistici. Il populismo, cioè la tendenza a cavalcare gli istinti più bassi delle masse non acculturate da parte dei politici di professione che si candidano a governare e a perpetuare il più a lungo possibile il loro potere è sempre più dilagante. L’etica sociale e individuale sono state messe completamente tra parentesi e sostituite con la soddisfazione degli individualismi più gretti e dagli egoismi più bassi. Ciò che prima era il sentire della plebaglia e dell’umanità più bestiale ora è la cifra sentimentale diffusa in ogni ceto sociale. Assistiamo ad una diffusione trasversale del nichilismo etico oltre che politico e scientifico. Su Internet impazzano le vignette o le barzellette più becere contro i politici, mettendo in un unico calderone destra, sinistra, centro. La tesi, condivisa da tantissimi benpensanti è che tutti sono “uguali”, che è solo un teatrino, che stanno lì per il loro tornaconto personale e così via, in un qualunquismo che si diffonde sempre più, anteprima di eventi drammatici in cui a soccombere sarebbero la democrazia e le nostre libertà civili.
Chi si rifiuta di piegarsi al senso comune ed esprime sui social la propria opinione o argomenta con dati attinti da ricerche o dalla sua stessa esperienza professionale, viene sommerso da improperi. Chi avanza critiche su qualsiasi argomento caro alla massa o contrario ai “si dice” viene fatto segno di una violenza verbale e di un’aggressività senza limiti. E i malcapitati non possono spiegare o precisare, inutilmente porteranno a sostegno della propria tesi scrittori, filosofi o teologi o passi delle Sacre Scritture, poiché tali tentativi verrebbero interpretati come “ottusa caparbietà” o manifestazione di “patologia comportamentale” o semplicemente verrebbero additati a “scemi del villaggio”.